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MEDITAZIONE PER RISVEGLIARE LA MEMORIA DELLA GRANDE IMMAGINE

MEDITAZIONE PER RISVEGLIARE LA MEMORIA DELLA GRANDE IMMAGINE

L’incontro di morente e vivente, di luce ed ombra, rappresenta la Grande Immagine che dimora nelle profondità di ogni impressione naturale.
Questa unione è amore, e si manifesta in un darsi reciproco ed incessante.

Infatti così come il morente rende se stesso al vivente e viceversa, la luce si prodiga all’ombra e quest’ultima al suo contrario senza sosta.
Ciò è il fondamento della Bellezza, ovvero la Legge Naturale secondo la quale ogni azione,
si manifesta nel puro piacere dell’incontro tra maschile e femminile.

Tali termini, presi nella loro accezione più vasta, possono essere compresi come solarità, luce, razionalità, positività, ordine, creazione, nella loro relazione con lunarità, ombra, anima, irrazionalità, emotività, dissolvimento. All’interno di ogni proiezione osservata in Natura vi è sempre e solo una medesima rappresentazione: l’incontro d’amore tra Padre e Madre nella loro unione creativa, che comportando sempre una morte, si rigenera nell’estasi.

Finché l’amore è il sacro e ciò è il darsi, tutto è gioia e la gioia è tutto.

Un tempo la terra era popolata esclusivamente da coppie di puma bianchi e neri.
In ogni coppia, il puma bianco e il puma nero si amavano e passavano la vita a leccarsi.
Il puma bianco si adagiava tra le zampe del puma nero che lo leccava fino a divorarlo, poi il puma bianco leccava il puma nero dal suo interno fino a divorarlo a sua volta.
Di seguito il puma bianco vomitava il puma nero ricreandolo e tutto ricominciava.
I due puma vivevano l’uno dell’altro e incessantemente, la luce chiara prodotta dal fuoco della loro passione, che era il nettare del piacere, generava coppie di cuccioli bianchi e neri.
Un giorno, proprio mentre un puma bianco si stava adagiando tra le zampe di un puma nero,
vi fu un terremoto, una perturbazione che fece rotolare il puma bianco lontano dal puma nero. Mentre il puma bianco stava per avvicinarsi al puma nero, il puma nero vide il fuoco della propria passione e lo trovò meraviglioso.
Il puma nero, innamoratosi dello stesso, lo divorò.
Quando il puma bianco arrivò da lui, il puma nero lo guardò negli occhi e si spaventò.
Pensando che il puma bianco volesse divorarlo, il puma nero scappò lontano, molto lontano. Temendo che il puma bianco potesse un giorno raggiungerlo, il puma nero iniziò a creare degli arcieri per mezzo del potere della propria unione con il fuoco. Agli arcieri venne dato il compito di respingere il puma bianco, se si fosse ripresentato; essi agivano nel nome della paura, perciò avevano in sé la malvagità.
Gli arcieri incominciarono a costruire il mondo materiale come fortezza di difesa.
Nacque allora il mondo dell’oggettività delle cose.
Il puma nero, sdraiatosi al centro della creazione materiale, non vedendo che la notte intorno a sé, si addormentò, mentre il fuoco che portava dentro si spense.
Un giorno il puma bianco, tentò di entrare nella fortezza per raggiungere il puma nero,
ma venne scacciato dagli arcieri.
Il puma bianco insistette più volte, spinto dal proprio amore.
Decise allora di lanciarsi in volo sopra al mondo della materia, attraversandolo come un meteorite.
Gli arcieri, nel vederlo, squarciarono il suo ventre con le frecce ed il cuore, diviso in due metà, cadde nel mondo, mentre il corpo si spense nel cielo.

Il puma bianco ora è il re delle ombre, delle anime, dell’invisibile, dei sogni, degli avi, dell’assenza, dei figli mai nati, delle possibilità mai realizzate.
Il puma nero, a sua volta, è il re dormiente di un’esistenza che si è fatta materia e si è sempre più ispessita, appesantita, generando azioni funeste.
Le due metà del cuore del puma bianco rappresentano le chiavi per il risveglio dal sonno ipnotico che induce a credere nel materialismo e nell’oggettività delle cose. Una metà è caduta nel mondo e l’altra è sprofondata negli inferi.
(da una leggenda tratta dalla tradizione dello Yoga Sciamanico dello Sri Lanka)

Per un minuto, almeno tre volte al giorno, espandendo i sensi al tuo silenzio interiore, ripeti la seguente formula poetica:

“Possa io fare del mio corpo il luogo in cui il puma bianco ed il puma nero, trovino infine la loro unione.”

Il cammino che conduce al risveglio, è da compiersi nella vita e nella morte, nel giorno nella notte, nella luce e nel buio, nell’unione tra visibile ed invisibile.

Lo Staff di Yoga Studio