L’immobilità è il fondamento non solo della meditazione, ma anche della vita spirituale. Riuscire ad essere saldi ed ancorati, significa abbandonare ogni ansia, paura, tensione e trovarsi aldilà del giudizio discriminante che divide il dolore dal piacere.
C’è sempre qualcosa che ti fa muovere per qualche ragione.
Stare semplicemente fermi è davvero il compito più difficile.
Qualcuno asserisce di essere “nato in movimento” per cui, rimanere comunque impegnato in qualche azione, risulta una prioritaria necessità.
L’immobilità non è non muoversi.
Si può essere assolutamente immobili anche nella danza più atavica ed ancestrale.
Esistere, significa stare nella relazione e, l’altro termine della stessa, è sempre il Divino . . .
. . . anche se poi ci vedi una infinità di immagini.
Non sei obbligato a chiamare dolore o piacere, prurito o fastidio un certo impatto con il Lui.
Ti lasci andare. Se non hai paura e non hai ansie, ti abbandoni e ti dai. Sei nella fede.
Chi è mistico risulta tale perché non ha tensioni, egli è aldilà della dualità degli opposti. L’immobilità allora diventa la forma più potente di dinamismo.
Puoi abbandonare totalmente il tuo corpo fisico e lasciar nascere una danza, un movimento spontaneo. Quando esso arriva, è una esperienza priva di tensione che celebra immortalità e libertà.
Sarà la tua pratica suprema, poiché sgorgherà dalla capacità di affidarti e non di essere in fuga da qualcosa.
Per un minuto, almeno tre volte al giorno, immergiti nella natura e ripeti la seguente formula poetica:
“dimorando nell’immobilità
mi libero dal giudizio discriminante che divide il dolore dal piacere poiché ogni esperienza visibile,
è un’onda che danza in me nella relazione con il divino”.
Lascia che ogni cosa sia, poiché è il tuo stesso Sè!
Lo Staff di Yoga Studio