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YOGA MALA E PRATICA DEL BARDO

YOGA MALA E PRATICA DEL BARDO


Intorno al 21 giugno, con il solstizio d’estate e dunque in quello che è il giorno più lungo dell’anno, il sole celebra il suo vero trionfo e ,contemporaneamente, l’inizio del declino poiché esattamente dalla stessa data le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi.

In Natura tutto è circolare ed ogni elemento racchiude nel cuore, il seme del suo opposto, secondo leggi di armonia e ritmo che non discriminano tra bene e male.

Questa è la Bellezza.
La Bellezza in quanto equilibrio, è Medesimezza.

Per risvegliare in noi la mistica forza capace di unire la terra al cielo ed il visibile all’invisibile

Domenica 19 giugno alle 9.00 del mattino
ci ritroveremo per la pratica di
Yoga Mala e dei 108 saluti al sole

La pratica si svolgerà solo in presenza
presso la Shala di Yoga Studio A.S.D. AHIMSA in via U. Foscolo 5/A – Pordenone

Termineremo la stessa cessando ogni sforzo, lasciando cadere speranze e paure ed abbandonandoci nelle mani dell’Assoluto attraverso l’esperienza del Bardo, definita anche come Transito o Raggiungimento dello Stato Intermedio che appartiene agli insegnamenti della grande Liberazione attraverso l’Udire.

Ti aspettiamo con gioia ricordando che le sessioni proposte andrebbero eseguite l’una di seguito all’altra ma, nel caso in cui le tue condizioni fisiche o di organizzazione personale non consentissero tale possibilità, optare per una delle due risulta comunque essere una buona scelta.

La partecipazione è libera, gratuita ed aperta anche ai non tesserati.
Se lo desideri puoi condividere questo invito con coloro pensi possano esserne interessati.
(non è necessario avere un abbonamento in corso di validità o essere in regola con la quota associativa)

Per questioni organizzative è gradita la prenotazione, potete contattarci

via mail
info@yogastudio.it

o tramite messaggio Whatsapp
MARCELLA 340 968 6455
ELENA 328 051 6259

PRATICA DEL BARDO
Esiste, nel contesto dello Yoga più primitivo che geograficamente e nemmeno storicamente appare classificabile, un testo molto importante ed autorevole, si tratta del Bardo Thodol, II Libro Tibetano dei Morti, il cui insegnamento adeguatamente trasmesso da un maestro, non solo serve al viaggio del morente ma è anche una impareggiabile guida per la vita.

Sulla scia delle istruzioni del Bardo, colui che impartisce la pratica, può condurre nell’aldilà non solo i morenti, ma mediante l’estasi meditativa, anche coloro intendano ampliare il loro stato di coscienza e guarire dai blocchi generati dalla pressione alla quale la corazza dell’io li sottopone.

Viaggiare nella morte può essere uno strumento per favorire la guarigione e la crescita personale poiché, con il cessare di ogni attività mentale, tutti gli opposti vengono unificati in uno stato di perfetta Non Dualità.

Il Bardo insegna come nel processo della cosiddetta cessazione di ogni attività fisica, la conoscenza e la salvezza del piano spirituale si presentino sotto forma di luci abbaglianti, mentre il mondo ed il piano mentale in apparenza più rassicuranti, perdano la loro luminosità.

La prima grande prova che il morente deve superare per ottenere la liberazione è il riconoscimento della chiara luce della splendente vacuità, come vera natura di tutte le cose e dunque anche di se stesso, ricongiungendosi senza mai più separarsene all’infinita creatività dello Spirito.

Fallita la prima prova, il morente procede nel transito.
La sua coscienza allora, si dispiega dinnanzi a lui ed il piano esistenziale sperimentato in vita, si presenta sotto forma di visioni le quali, in base al karma accumulato, potranno apparire beate o terrifiche.
Per raggiungere la salvezza, sarà allora necessario riconoscere tutte le immagini, come prodotti dello stesso pensiero.

Sostanzialmente il Bardo insegna che tutto ciò che accade in vita è frutto di pura immaginazione.
Dunque tutto ciò a cui il morente ha assistito, cade sotto la sua responsabilità.
In effetti esiste un piano dell’essere in cui tra l’individuo, i suoi simili ed il resto della Natura
non esiste alcuna separazione.

Ne risulta allora che, la vera natura dell’essere, inconoscibile dalla mente, è universale!
La salvezza nella morte consiste nell’assumersi la responsabilità di ciò che si è, ritrovando se stessi oltre ogni illusione dell’io e della mente.
Ma . . . non esiste soltanto la morte fisica.
Saper morire alle proprie credenze in ogni istante della vita ed in totale assenza di sforzo, è la chiave del cambiamento!

Guarda i video:
Attraversando il bardo (sguardi sull’aldilà) – Franco Battiato
Bardo Thodol – Auto liberazione attraverso l’udire – Giorgio Rossi