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SONOVOCE IN LABIRINTO

SONOVOCE IN LABIRINTO


L’orecchio. La conchiglia. Il labirinto. La vertigine.
I suoni arrivano al porto, al teatro, all’orecchio, al grande porto del teatro orecchio.

Italo Calvino

Presentazione:
Alla base di questa scelta si afferma ancora una volta il Tema del Viaggio, che è Tema di biforcazioni, di tappe e cambi di rotta.
La dimensione labirintica, che traccia il nuovo percorso di ricerca sulla Voce, sceglie l’articolazione spaziale e sonora del Luogo, che per sua stessa natura etimologica è incerto.
Labirinto come metafora spaziale sotto forma di giardino, di rete, di albero.
Labirinto come cammino impervio e mutevole, infinito.
Labirinto come orecchio, ascolto profondo, che impone la scelta di un percorso e prevede disorientamenti verso la scoperta di se stessi.
Dunque sul dubbio e sull’illusione ci si incammina nell’indagine, occasione di impegno creativo non privo di incertezze e vicoli ciechi.
Ricerca come filo d’Arianna, che conduce, che induce, che trae a se, un filo che si tende e si dirama in molteplici direzioni.
Riportando questi concetti alla Voce e alla sua sperimentazione concreta, lavoreremo di volta in volta su due piani fondamentali, quello spaziale e quello sonoro, entrambi legati alla dimensione corporea.
La geometria essenziale che si rifà al Labirinto, il cerchio, la spirale, e le loro derivazioni diventano il Luogo dell’azione e della relazione.
La forma circolare assume valori che superano la sola figurazione geometrica, per diventare territorio privilegiato di Esperienza.
La forma delimita, afferma e circoscrive concetti e azioni, ridefinisce aree e traiettorie che costituiscono la memoria circolare del suono.
L’orecchio. La conchiglia. Il labirinto. La vertigine.
I suoni arrivano al porto, al teatro, all’orecchio, al grande porto del teatro orecchio.

Italo Calvino
Cerchio. Memoria. Suono/Voce

A chi è rivolto:
Il corso è aperto a tutti, a partire dai 18 anni in su.
Non è richiesta una particolare esperienza pregressa, curiosità e desiderio di condividere un percorso insieme sì!
Inoltre il corso è rivolto a chiunque volesse, per professione o interesse personale, sperimentare un’indagine mirata, utile a una maggiore consapevolezza di se.

Materiale e abbigliamento utili al lavoro:
Il corso offre a ognuno la possibilità di scegliere, chi volesse utilizzare materiale scritto da mettere in gioco nel lavoro, è libero di farlo. Non ci sono preclusioni di alcun tipo, fondamentale è la cura nella scelta!
Chi volesse sperimentare un percorso, partendo dal corpo, come strumento ricettivo nell’indagine spaziale e sonora, è altrettanto libero di farlo.
E’ chiaro che l’esperienza prevederà un’interazione tra i due livelli, l’uno permeerà nell’altro nei modi e nelle possibiltà date dal tempo e dalla sua qualità.
Per agevolare il lavoro, sono consigliati abiti comodi.
Saranno previsti momenti di riscaldamento corporeo e vocale
(respirazione, suono libero e guidato) in piedi, in movimento e distesi, per questo si consiglia l’utilizzo di un tappetino di gomma o una coperta, tipo plaid.

Per info costi e prenotazioni:
Vincenzo Muriano 340 580 5998
vincenzomuriano@yahoo.it

VINCENZO MURIANO
regista e attore

Dopo la Maturità in grafica pubblicitaria e fotografia, inizia il suo percorso formativo come attore alla Scuola “Giovanni Poli” teatro a l’Avogaria di Venezia (dal 1996 al 1999), tra i suoi docenti figurano Nelly Quette, Adriano Iurissevich e Renato Gatto.
Nel 1999 viene ammesso al corso di regia teatrale alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, dove si diploma nel 2003. Studia e collabora tra gli altri con Marisa Fabbri, Maria Grazia Gregori, Ambra d’Amico, Remo Melloni, Gabriele Amadori, Mauricio Paroni de Castro, Massimo Navone, Maria Consagra, Renata Molinari, Kuniaki Ida, Elisabeth Boeke, Marco Martinelli, Roberta Carreri, Torgeir Wethal, Giorgio Marini, Francesco Leonetti.
Partecipa a numerosi Masterclass in regia, recitazione, drammaturgia e critica teatrale con: Peter Brook, Laura Curino, Carmelo Alberti, Roberto Cuppone, Guido Davico Bonino.
Unisce agli studi teatrali esperienze formative in ambito musicale con Elena Modena, docente, ricercatrice, polistrumentista e cantante, Centro Studi Claviere di Vittorio Veneto, con percorsi di Vocalità attraverso il Metodo funzionale della voce. (2008/2009)
Enrica Bacchia, cantante, ricercatrice, vocal coach e performer con spettacoli ed esperienze improvvisative sul suo testo Mongolia, la via dell’acqua. (2009/2010)
Collabora come aiuto regista, costumista e assistente a diverse messinscene tra cui:
Betty di Remo Binosi (2000), produzione CSS di Udine
Misantropie da Moliére (2002), regia di Giorgio Marini
Vivere la musica e ascoltare l’immagine, Laboratorio teatrale sulla musica di Bèla Bartòk,
Mittelfest (2002) di e con Gabriele Amadori.
ed esperienze come regista e attore, tra cui figurano:
La Trilogia della Villeggiatura di Carlo Goldoni (dal 2000 al 2002), in dimore storiche friulane.
La vedova Allegra di Franz Lehar (2012/2013).
Cofondantore nel 2005 del Teatro della Sabbia, Associazione Culturale nella quale convergono le diverse esperienze maturate negli anni di studio in molteplici ambiti con spettacoli, che spaziano dal teatro Stazione Zero, Orlando’s plays – places, Mozart in viaggio verso Praga, Mémoires, Calvinopolis, P- Istruzioni alla servitù, Che fai tu, luna, in ciel?, E tu, Madre, SOLCHI – Pasolini è il luogo, alla musica Di – versi e di – parole, Il pianto muto delle madri, Paesaggi, Palomar, Specie di Spazi, My Fair Lady, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima (Coro Primo Vere di Porcia), dall’arte visiva In – Cagli, Sguardo – guardo – ardo verso l’Arte del Silenzio, all’improvvisazione teatrale e vocale Distanze.
Intensa l’attività laboratoriale dal 2008 sui temi dello spazio scenico e della voce Teatri in viaggio – tra le pagine la scena, L’attore funambolo, Spaziale, Prospettiva spazio, Cominciare e finire, Moliére e i suoi, Sono Voce.
Ideatore di numerose conferenze relative allo Spazio scenico e alla Storia dei teatri italiani ed europei nei Secoli e impegnato in diverse produzioni legate alla riscoperta culturale, linguistica e paesaggistica del territorio friulano e non solo. Collabora con Alessandro Furlan, graphic & web designer e videomaker per Le voci del gelso – viaggio nelle radici di un paese dedicato al dialetto roveredano, Le voci del mulino incentrato sulle memorie legate ai tre opifici operanti a Roveredo in Piano e il docufilm Cirillo Steffanini Stephenson – Un illustre aeronauta a Roveredo.
Dal 2015 si intensifica l’attività relativa al Paesaggio e alla sua salvaguardia con spettacoli quali Va libretto mio, va a roccolare, incontri Gli spazi dello sguardo, laboratori Terre in Moto – Gemona le città nascoste, Artegna – Il Castello dei destini incrociati e il progetto Paesaggi d’acqua dedicato ad Andrea Zanzotto e a Pier Paolo Pasolini. Dal 2020 inizia la collaborazione con il Gruppo Teatro Parole Note di Roveredo in Piano realizzando il docufilm Quant’io mi viva – Dante: l’uomo, il poeta, l’esule, regia condivisa con Maurizio Perrotta (attore e regista), in occasione delle celebrazioni per i settecento anni dalla scomparsa del poeta.
Col suddetto Gruppo cura inoltre le regie dello spettacolo Il dritto di Chicago dedicato a Fred Buscaglione, delle letture sceniche Il cerchio della terra di tutti per il Giorno della Memoria, Materada di Fulvio Tomizza per il Giorno del Ricordo, e di Cronache – Roveredo in Piano, un paese, le sue stagioni performance teatrale divisa in tre appuntamenti.
Partecipa in qualità di attore allo spettacolo TRAVELS in viaggio nella musica di Pat Metheny da un’idea di Pat Project Trio: Dewis Antonel tastiera, Stefano Toffolo chitarre e Davide Fanna batteria.