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MEDITAZIONE PER COMPRENDERE IL LINGUAGGIO DELL’UNIVERSO E QUELLO DELL’UOMO

MEDITAZIONE PER COMPRENDERE IL LINGUAGGIO DELL’UNIVERSO E QUELLO DELL’UOMO

Vivere la Natura è una esperienza estetica: essa attraverso fenomeni, immagini, apparizioni, parla il linguaggio della Bellezza.

La mente, esprime invece il codice delle parole, producendo cultura.
È come se l’uomo, contemplando gli eventi e le proiezioni che la Natura fa apparire e scomparire in continuazione, realizzasse che si tratta di un linguaggio universale ma, anziché parteciparvi, ad un certo punto decidesse di creare un proprio idioma, con leggi ad esso pertinenti.

La Bellezza è il linguaggio della Natura mentre la morale è quello dell’uomo.
Quest’ultima infatti ricalca i principi dell’estetica naturale, li copia, li duplica, ma raggiungendo poi un fine completamente diverso, che ne stravolge la sua essenza primaria.

La ghianda nell’attimo in cui si ritira dentro la terra per prendere forza ed informazioni sulla maestosa e potente quercia che dovrà diventare, attende pazientemente che il linguaggio universale le comunichi che è arrivato il giusto momento. Soltanto allora, quando i tiepidi raggi di sole di primavera riscalderanno l’aria, inizierà la sua grande lotta, manifestando il primo tenero germoglio, che bucando la terra, crescerà diventando arbusto, il quale, forte di tutte le energie apprese nelle tenebre sottostanti, facendosi strada tra tutti gli altri alberi della foresta per vincere la battaglia, arriverà finalmente alla luce del sole.

Nel linguaggio umano, al contrario, la dimensione sotterranea acquista un valore deprimente e negativo. Anche la ricerca della strada per arrivare al sole, diventa così conflitto attraverso il quale far prevalere le proprie credenze duali prodotte secondo il principio della legge di causa ed effetto che separa il bene dal male, il giusto dallo sbagliato.

Ciò che per la creazione è il presupposto naturale della lotta, per la mente umana è il codice sociale del conflitto. La quercia, anche la più alta, mentre tende verso la luce non dimentica mai la terra oscura dalla quale è provenuta ma, le rimane ancorata per sempre.
Unendo così il visibile all’invisibile, svolge integrandosi al tutto, la sua intenzione di cantare la melodiosa nota e dipingere il colore per il quale è stata programmata nell’immensa opera d’arte dell’universo.

Al contrario invece, quando è inverno e il seme della coscienza deve ritirarsi nell’ombra, nell’uomo nasce la tristezza perché nel suo linguaggio, il buio non contiene il principio della luce e tutte le informazioni che servono a raggiungerla: esso è male, è peccato, è disturbo, è disagio.
L’uomo canta una canzone tutta sua, senza rendersi conto che per produrre una musica, le pause di silenzio sono più che mai necessarie così come nel dipingere una tela, l’utilizzo delle ombre è ciò che porta in essere la stessa forma!

Tutte le volte che la vita ti regala la concretezza di una pausa, sia essa determinata da un problema fisico, la morte di una persona cara, la fine di una relazione, la conclusione di una situazione lavorativa, mentalmente ripeti questa formula psichica per un minuto, almeno tre volte al giorno:

“La mia esperienza è la pratica del piacere, puro fin dall’origine. Coltivo il gioco del puro piacere distaccato dagli oggetti del desiderio, che vengono e vanno.

Coltivo il gioco del puro piacere che non ha oggetto esterno. Sulle ali della perfetta creatività coltivo il gioco del piacere immoto. Il piacere della purezza originaria di tutte le cose.
Sulle ali della perfetta creatività coltivo il gioco del puro piacere!”.

Stai nella Natura e scatena in te una condizione di saggia follia, immergendoti nella mente poetica. Agisci non sulla scorta di una teoria, ma sulla scia dell’emozione dell’attimo presente . . . essa rappresenta il “darti” e ciò comporta il sacrificio di ogni credenza.

Lo Staff di Yoga Studio