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L’ORECCHIO DEL FETO L’ASCOLTO IN UTERO IL SENTIRE DELL’ADULTO

L’ORECCHIO DEL FETO L’ASCOLTO IN UTERO IL SENTIRE DELL’ADULTO


L’apparato vestibolare, caratterizzato da uno sviluppo particolarmente veloce, è la prima componente sensitiva che si genera nell’orecchio del bambino.
Esso si forma per predisporre funzionalmente l’azione dinamica necessaria al passaggio dello stesso, all’interno del canale del parto ed in definitiva alla sua nascita.
La coclea, altro elemento chiave del sistema uditivo, svolge invece il compito di discernere i suoni, affinché il piccolo possa iniziare a distinguere, nel mare delle vibrazioni nel quale è immerso ed allegramente nuota, la rassicurante e protettiva voce della mamma che lo sta cullando in grembo.

La rapida specializzazione dell’Organo del Corti, le cui cellule ciliate sono deputate alla conversione dell’informazione acustica in impulsi nervosi, predispone la coclea stessa alla percezione dei suoni più acuti, mentre l’integrazione dei toni più gravi, accade soltanto a nascita avvenuta.

Al quarto mese e mezzo di vita intra uterina, per una più veloce ed efficiente veicolazione dell’informazione, prende inizio l’affascinante processo di mielinizzazione degli assoni neuronali, che ha lo scopo di rendere funzionale ed attivo il sistema nervoso centrale.

Alfred Tomatis, medico ed otorinolaringoiatra francese ideatore del metodo audio – psico – fonologico di rieducazione all’ascolto utilizzato in svariate patologie con la finalità di far emergere, mediante il canale preferenziale del suono, potenzialità sottoutilizzate o inespresse, in una delle sue interessanti pubblicazioni, sostiene che i due orecchi non vengano utilizzati allo stesso modo.
Secondo i suoi studi infatti, l’orecchio destro sarebbe deputato al controllo dell’ascolto,
mentre quello sinistro funzionerebbe, durante la vita fetale, da filtro, selezionando dunque i suoni a seconda delle necessità vitali e prescelte in quel dato momento dal nascituro.
Egli infatti possiede già la capacità di elaborare i suoni gravi e difendersi da essi ritenendoli aggressivi, mentre accoglie le sollecitazioni provenienti “dell’orchestra viscerale” materna,
registrando le stesse in base al ritmo con il quale si manifestano ed archiviandole, come conseguenza di tale esperienza, per la sua futura crescita sul piano psicologico e neurovegetativo.

Sorge allora spontanea una domanda: l’orecchio, come riesce ad assicurare una tale protezione?
La colonna vertebrale materna, scelta come affidabile e privilegiata strada di trasmissione,
rappresenta il percorso attraverso il quale la vibrazione viene propagata.
Per Tomatis l’orecchio riveste un ruolo senza pari, nella diade mamma – bambino e per la futura vita affettiva del “cuccioletto”.
Egli ribadisce quanto sia sorprendente, nel momento in cui si cerchi di comprendere l’origine dei comportamenti umani, scoprire come nei meandri dell’Anima, si trovino strutture arcaiche risalenti al vissuto accaduto all’interno della “caverna primitiva” e simbolicamente indite per quella sede.

Attraverso l’utero si crea una profonda ed intima comunicazione sonora, tattile e di ricerca spaziale, essenziale in termini di nutrimento e modulazione della relazione.
Il feto “sente”, ma sicuramente non con la stessa modalità del nascituro.
Dal momento in cui la nascita accade fino all’età di unici anni, la percezione uditiva compie poi ulteriori progressi.

La venuta alla luce comporta una modificazione fondamentale dell’ascolto, poiché l’apparato uditivo, prima adattato ad un ambiente liquido, deve poi adeguarsi ad uno spazio aereo.
Per settimane il neonato ha bisogno di un tempo di integrazione al fine di ritrovare le vibrazioni così care al suo cuore e dunque appartenenti alla voce materna. Egli progressivamente ritrova la sonorità che lo ha intrattenuto così a lungo nel profondo ed intimo calore della notte uterina . . . ne ricorda il ritmo e le inflessioni aprendosi a questa nuova comunicazione, non fosse altro per ritrovarvi il paradiso perduto!

Quali sono le sonorità più affini al tuo “sentire” ora?
Ne hai perse alcune per strada?
Ti sei mai chiesto il perché?

Alla prossima puntata . . .