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IL VOLTO ROSSO DI BUDDHA

IL VOLTO ROSSO DI BUDDHA


“C’è sempre stato un sogno. Ogni cosa tuttora è sogno.
Il sogno è tutto quello che noi chiamiamo Creazione e Creatore.
Il sogno continua a sognarci e a sognare sé stesso.
Prima di essere e di ogni cosa ci fu un sogno, e questo sogno continuò a sognare sé stesso finché il caos dentro il sogno prese coscienza di sé.
Una delle energie generate dal sogno che venne fuori dal caos del sogno e rimane tuttora nel sogno, rappresenta uno dei modi con cui il sogno identifica sé stesso nel suo interno
ed è quello che noi chiamiamo esseri umani.
Gli esseri umani cercano un ulteriore modo di ottenere una prospettiva e un riferimento diverso, perciò dal sogno scaturì un’altra energia che è quella che attualmente conosciamo come “tempo”.
Da queste due energie, del tempo e del sogno, si origina una terza energia, che è quella conosciuta come il tempo del sogno.”
(Eduardo Duran – Il Volto Rosso di Buddha)

Così tra una citazione e l’altra, ci infiliamo per ricordarvi che
venerdì 6 maggio alle 20.30
vi aspettiamo

presso la Shala di Yoga Studio A.S.D. Ahimsa in via U. Foscolo 5/A – Pordenone,

o online su Zoom
ID ZOOM: 931 539 0455 – Passcode: z1RpWg

per la presentazione del libro
IL VOLTO ROSSO DI BUDDHA
di Eduardo Duran, Universalia Edizioni.

Si alterneranno nella conduzione della serata
Auro Basilicò, Massimiliano Galanti e Mauro Marra
mediati dal prof. Mario Giannatiempo di MediaNaonis.

È GRADITA LA PRENOTAZIONE!!!

Di seguito l’intervista rilasciata dall’autore ai conduttori, per questa occasione.

Con Amore e Gratitudine
Lo Staff di Yoga Studio

Quanto profondamente ha influito la tua esperienza personale e la storia della tua famiglia nella decisione di scrivere un libro?
L’esperienza personale è apparsa come un fattore cruciale nella decisione di scrivere. Nonostante mi sia stato detto all’Università che non avrei potuto farlo, ciò è cambiato nel sogno che ho avuto, dove è arrivata la rivelazione di scrivere : Il Volto Rosso di Buddha (Pellerossa). Un giorno ho chiesto a mia zia di portarmi a Los Alamos e mostrarmi la terra che apparteneva alla nostra famiglia. Mi recai all’ingresso principale della zona dove fu costruita la prima bomba atomica . . . praticamente prodotta nella fattoria dei miei nonni.

Nel tuo romanzo quanto di quello che hai scritto è il risultato di un’esperienza diretta e reale? Dove comincia la metafora?
La maggior parte della storia è frutto di esperienza diretta, che ho romanzato al fine di permettere il flusso del racconto.

Nella tua esperienza con Tarrence, che cosa sei stato in grado di riversare in termini clinici, nei trattamenti delle patologie dei nativi e non nativi ?
Gli insegnamenti di Tarrence mi hanno dato la metafora di base dalla quale poi ho sviluppato la teoria clinica che io ed altri stiamo utilizzando per trattare sia i Nativi che i Non Nativi, in merito a tutto ciò che emerge dal trauma storico.

Nella tua scrittura hai mai sentito l’influenza della letteratura nativa statunitense e del realismo magico?

Il realismo magico emerge come una delle parti della scrittura. Lo scrivere si manifesta attraverso lo spirito e io sono stato solo il copista, che ha messo nero su bianco ciò che è apparso nella mia coscienza.

E’ stata importante e se sì, quanto lo è stato nello scrivere il libro, il risveglio dell’identità nativa, dopo i fatti di Wounded Knee del 73?
Naturalmente il risveglio dell’Identità nativa è stato molto importante, giacché ha validato la stessa con una modalità mai utilizzata fino ad allora. Molti pensatori Nativi hanno trovato il modo di validare i loro pensieri nell’attuale letteratura, film e altri generi di espressioni culturali.

In che cosa e come l’esperienza con Tarrence ha influenzato o cambiato il tuo mondo interiore?
L’esperienza con Tarrence ha letteralmente rotto il mio uovo cosmico, come si dice. Essa ha preso il mio modo di pensare lineare trasformandolo in un processo circolare di comprensione della vita del mondo.

Dopo la pubblicazione dei tuoi lavori, a partire da “ Native American Postcolonial Psychology”, è cambiato l’atteggiamento dei tuoi colleghi e in generale del mondo accademico nei tuoi confronti?
L’attitudine accademica nei miei confronti continua ad essere un po’ confusa e cognitivamente dissociata. Da un lato credono che il mio lavoro sia strano e al di fuori dei confini dell’accademia ma, il fatto che sia pubblicato da case editrici serie, fa pensare che forse esso potrebbe essere valido. La mia ricerca è diventata materia di studio e di lettura in molti corsi universitari e ciò la rende ancora più accettabile.

Come ci si sente a gestire un’eredità di tale importanza storica e culturale?
Non penso di essere davvero così importante, per ciò che concerne l’eredità di tale patrimonio storico e culturale. Il lavoro è un dono del Creatore e io rappresento semplicemente il copista al quale è stato affidato l’incarico di metterlo in forma scritta. Spero che ciò possa essere d’aiuto. Se avete bisogno di maggiori chiarimenti, non esitate.
Rinnovo le mie benedizioni alla mia famiglia,
Eduardo


C’è sempre un sogno che ci sogna